La nascita dei mercenari lanzichenecchi viene attribuita a Massimiliano I d'Asburgo nel 1483, ubbidivano solo ai loro capitani e non facevano distinzione di parte dove schierarsi come avvenne ad esempio nella battaglia di Dreux del 1562 dove diverse compagnie combatterono nel campo cattolico ed altre in quello ugonotto.
Gli uomini venivano assoldati dopo una vera e propria visita di leva che ne accertasse lo stato di salute e la prestanza fisica passata la quale dovevano ascoltare la lettura del regolamento di disciplina e giurare fedeltà all'imperatore. Ricevuto il soldo di ingaggio venivano inviati a un campo di addestramento.
L'ordine gerarchico era il seguente:
Colonnello
Capitano
Luogotenente
venivano poi
il Quartiermastro
il Prevosto o Profosso (capo della polizia militare)
dal quale dipendevano oltre alla "polizia" un capocarceriere con i suoi aiutanti, un esecutore di giustizia ed un sergente addetto alle donne con il suo aiutante incaricato di sedarne le risse a colpi di manganello
seguiva nella gerarchia il Pagatore
figure importanti erano
l'Alfiere
il Tamburo
il Piffero
Tra i sottufficiali
Maresciallo
Sergente
Furiere
Caporale
Il comando era protetto da un corpo di guardia ed era fornito di uno scrivano, di un corriere ed un cappellano
L'esercito lanzichenecco era suddiviso in reggimenti di 10/16 compagnie di 400 uomini ognuna suddivisa in plotoni di dieci uomini comandati da un caporale o da 6 doppiosoldo armati di spada a due mani.
Oltre all'arma propria della specialità ,erano armati tutti di spada a lama larga e punta accuminata, lunga 80cm ,tanto caratteristica nella sua foggia da caratterizzarne il nome "la lanzichenecca"
Così venne descritto l'ordine di battaglia
"In testa marciavano i grossi battaglioni tedeschi al rullo dei tamburi che ne segnava il passo cadenzato, con una certa dignità e in un incredibile ordine. Gli abiti corti, sbrandellati e aderenti, mettevano in risalto le forme dei corpi; i più valenti si distinguevano per i pennacchi dei loro berrettoni.
Erano armati di spade corte e di lunghe picche di frassino a ferro aguzzo; uno ogni quattro era dotato di una grande ascia munita in cima di una punta, così da potersi maneggiare di taglio e di punta detta alabarda nella loro lingua.
Per ogni mille fanti vi era una compagnia di cento archibugeri....." (dagli scritti di Paolo Giovio)
Lanzichenecchi alla battaglia di Pavia 1525
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